Opera “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini (1904)
Madama Butterfly, o “Tragedia giapponese” . Così viene definita l’opera in 3 atti dal suo stesso compositore Giacomo Puccini, che, insieme ai librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, danno vita alla tragica storia della giovanissima geisha giapponese “Cio-cio-san”, il cui nome significa “farfalla”, in inglese “Madama Butterfly”, tratta dall'omonima tragedia in un atto di David Belasco, a sua volta ripresa da un racconto apparso nel 1898 dell'americano John Luther Long,.
La ragazza di Nagasaki, di soli quindici anni, viene sposata per vanità e spirito d’avventura dall’ufficiale della marina degli Stati Uniti, Sig. Pinkerton e da lui stesso ripudiata al suo ritorno in patria. La ragazza, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato da quelle nozze, continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato. Pinkerton infatti ritorna dopo tre anni, ma accompagnata dalla sua nuova sposa americana...
Butterfly entra nel novero delle più grandi eroine d'opera: vittima sacrificale, di incomparabile intensità e purezza, che soccombe all'egoismo e alle convenzioni di una società frivola e falsa, qui incarnata dalla figura maschile dell’ufficiale di marina, il quale, con un pregiudizio culturale di una certa mentalità occidentale, si prende gioco dei sentimenti della fanciulla e delle tradizioni di una civiltà antichissima, i cui princìpi, quali l’integrità, la conoscenza e l’onore, già nel secolo scorso apparivano così esotici ai nostri occhi....