Eventi a cui ha partecipato

  1. Ritratto d'autore: Sergej Rachmaninoff
  2. Die Konzertstuecke - Brani da Concerto di F. Mendelssohn - Op. 113 - 114
  3. Naomi Fujiya in Concerto

Naomi Fujiya : Pianista

     

ha iniziato lo studio del pianoforte a quattro anni e si è laureata nel 1999 all’Università Otani di Sapporo (Giappone) dove e poi stata assistente fino al 2002. Si trasferisce in Italia nel 2003, diplomandosi con il massimo dei voti e lode nel 2005 all’Accademia Musicale Estense con il M°Oliver Kern e nel 2008 all’Accademia Musicale Pescarese con il M°Bruno Mezzena.

Ha debuttato in Italia con il secondo Concerto di Rachmaninoff a Modena diretto dal M°Michele Mariotti e da allora ha tenuto numerosi concerti in Italia, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Costa Rica, Colombia, Libano e Giappone compreso il recente Festival Piano City di Napoli.

Ha vinto diversi concorsi nazionali e internazionali. Svolge attività di cameristica con musicisti come Fabrizio Meloni (Scala di Milano), Sauro Berti (Opera di Roma), Antonio Saiote (Portogallo), Marco Mazzini (Peru) ,Bobo Yotzov(Bulgaria), Corrado Giuffredi(Svizzera Italiana) , Franco Mezzena e Nancy Barnaba.

E’ pianista accompagnatrice in diversi corsi e concorsi del clarinetto, flauto, violino violoncello e canto.

Sono di rilievo la presenza di alcuni video nella TV online Limen Music e la pubblicazione del CD “Suggestions” per Edipan di Roma in duo con Sauro Berti.

Il suo repertorio spazia dal barocco al contemporaneo con predilezione per il periodo romantico.

 

"Naomi Fujiya e soprattutto un grande essere umano; caratteristica importante se si vuol fare la professione da musicista vero. Nel mondo di oggi purtroppo valori profondi non contano piu tanto. Velocita, effetti e superficialita spesso prendono il posto di una ricerca sensibile, onesta, profonda, responsabile dell’idea del compositore. Sono felice che Naomi e una pianista sensibile, onesta, profonda, responsabile. In combinazione con la sua personalita forte un concerto suo e un evento da non perdere.” (M°Oliver Kern)